Finanziamenti Unesco, stop per il 2012
Durante la Conferenza Generale dell’Organizzazione delle Nazioni Unite per l’Educazione, la Scienza e la Cultura, la direttrice Irina Bokova ha annunciato lo stop ai programmi dell’Unesco fino alla fine dell’anno. Da quando, infatti, la Palestina è stata riconosciuta e ammessa a pieni titoli all’interno dell’Unesco, i fondi stanziati dagli Stati Uniti d’America sono andati sempre più decrescendo fino a fermarsi del tutto a partire dallo scorso 31 ottobre. La percentuale dei fondi stanziati dagli Stati Uniti era rilevante e rappresentava all’incirca il 22% dell’intero budget dell’organizzazione stessa (la cifra era pari ai 43 milioni di euro o ai 60 milioni di dollari).
La decisione di bloccare i finanziamenti sarebbe stata dettata da alcuni elementi in particolare, come il fatto che secondo la legislazione americana non è possibile finanziare le agenzie dell’Onu che permettano l’accesso a gruppi non riconosciuti formalmente, a livello internazionale, come stati veri e propri. Anche Israele ha seguito l’esempio degli Stati Uniti e ha deciso di bloccare i finanziamenti per l’ammontare di 1,4 milioni di euro circa. La direttrice Irina Bokova ha sottolineato più volte negli ultimi giorni la possibilità di usufruire di un fondo di emergenza dove raccogliere i contributi dei cittadini, del settore privato e dei governi. La votazione per l’ammissione della Palestina come stato membro ha rappresentato un momento storico, e allo stesso tempo ha mostrato un’Europa divisa anche nei voti: la Francia, la Spagna, la Grecia, l’Austria e il Belgio hanno infatti votato a favore, mentre la Germania si è detta contraria e l’Italia si è addirittura astenuta.