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Referendum 2011: i risvolti economici del quorum

La consapevolezza con la quale milioni di cittadini si sono recati alle urne per votare il referendum 2011 riguardante l’abrogazione di 4 leggi su Acqua, Nucleare e Legittimo Impedimento, è stata molto grande, questo merito di una strepitosa campagna di comunicazione da parte degli attivisti politici che erano per il “si”. Una campagna fatta anche a colpi di slogan, tant’è che molti esponenti politici, sia di destra che di sinistra, sono stati costretti ad intervenire in tv per fare chiarezza sui reali significati dei quesiti del referendum – clamorosi ad esempio i “2 sì per l’acqua pubblica”, totalmente fuori dalla vera argomentazione, quella di affidamento della ristrutturazione della rete di distribuzione idrica a enti privati. Politica a parte, in questo post diamo un’occhiata ai riscontri “economici” del referendum 2011 e dei quattro “si” vincitori.

I colleghi di TradingOnlineFree ci segnalano l’impennata in borsa dei titoli delle energie rinnovabili, affiancato, naturalmente, da una caduta a picco delle imprese impegnate in progetti nucleari. Adesso il Governo dovrà dare vita a nuove leggi per far fronte alle energie rinnovabili. Per quanto riguarda la scelta di rendere illegali i profitti derivanti dal servizio idrico, sono tanti gli scenari che potrebbero aprirsi, sempre in termini di spese per i cittadini. Per prima cosa, gli Enti pubblici che negli anni precedenti hanno realizzato utili di bilancio con il servizio idrico, oggi sono tenuti a disimpegnare quegli utili, e paradossalmente alcuni Enti potrebbero proprio utilizzarli per pagare privati che cooperino alla ristrutturazione della rete idrica.

Oppure, possono essere utilizzati per pagare nuove assunzioni e le spese di gestione interne agli Enti pubblici, in questo caso però si rischia che si vengano a creare dei conti pubblici non sani che graveranno, in caso di deficit, sulle bollette dei cittadini. Un altro possibile scenario economico, che molto probabilmente, pur se in piccola parte, si realizzerà comunque, è quello di ulteriori tagli alle spese pubbliche (per trasporti? per istruzione? per l’arte?) per far fronte alle spese di ristrutturazione della rete idrica. Comunque vada, ne pagherà il cittadino, e alla fine, ci si chiede: cosa è cambiato?