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Attività redditizie 2011 in agricoltura: cosa dicono gli imprenditori?

Negli ultimi anni in molti Paesi sviluppati molti abitanti delle grandi città lasciano la metropoli per spostarsi in campagna e, talvolta dedicarsi all’agricoltura. Un ritorno alle origini dell’uomo, oppure un semplice ritorno alla vita sana di una volta? Difficile dirlo.

Quel che si può dire con certezza è il fatto che l’agricoltura sia, oggi come ieri, uno dei settori più importanti dell’economia di un Paese, anche per uno Stato industrializzato.

Quanto appena detto vale anche per l’Italia, che fino a  cinquantanni fa era un paese con un economia prevalentemente basata sull’agricoltura.
E allora vediamo un po’ come sta il mondo dell’agricoltura in Italia, soprattutto dal punto di vista dei guadagni.

La maggior parte del territorio agricolo italiano, come sappiamo tutti, è destinato ai cereali. I cereali, però, garantiscono una buona produttività  solo nel Nord. L’Italia è tra i principali produttori europei di frumento, con 7.817.063 tonnellate nel 2006.

Il nostro paese si colloca ai primissimi posti in Europa anche per il mais, proveniente pressoché solo dal Nord, e principalmente dal Veneto e dalla Lombardia.
Tra i principali cereali, l’Italia è invece al primo posto in Europa per il riso (1.596.367 tonnellate), che anzi in parte esporta, e per il quale la regione con maggior produzione è il Piemonte, seguita dalla Lombardia.

Notevole importanza ha assunto negli ultimi vent’anni la soia, una coltura estranea alla tradizione italiana, ma oggi ampiamente impiegata sia per l’alimentazione umana sia per quella animale, e per la quale occupa il primo posto il Veneto.

Una coltura particolarmente redditizia è quella della barbabietola da zucchero, proveniente soprattutto dall’Emilia Romagna.
Altre colture redditizie, e per le quali è in atto un processo di razionalizzazione mediante produzioni intensive e selezionate, sono gli ortaggi, soprattutto le primizie, la frutta e le colture legnose tradizionali, come la vite e l’olivo.