Come uscire dalla crisi economica? Capitalizzazione, crescita intensa
Nonostante la calda estate abbia posto al centro delle attenzioni (o forse è il caso di dire l centro delle emergenze) i bilanci delle casse dei principali Paesi del mondo, la vera priorità a fronte della crisi economica è un’altra: aumentare la crescita. In America, Europa e Giappone il terzo semestre 2011 dovrebbe dare forti segnali di ripresa rispetto a quanto visto perlomeno nel primo e nel secondo trimestre dello stesso anno.
In particolare, sono Germania e Hiappone i due Paesi che più degli altri dovrebbero crescere attestandosi a stime che sono rispettivamente del +2.6% e del +4.1%. L’Italia, che non dovrebbe andare oltre lo 0.1% di crescita, ha ricevuto il monito del presidente Napolitano: “L’Italia può tornare alla crescita, può giungere a crescere intensamente e stabilmente, solo crescendo insieme Nord e Sud, solo mettendo a frutto le riserve del Mezzogiorno, le risorse potenziali della Sicilia e del Mezzogiorno che sono la maggior carta di cui disponiamo per guardare con fiducia la futuro”.
Dal presidente Napolitano non ci aspettavamo certo un invito ad investire nelle nuove tecnologie e nelle energie rinnovabili, due dei settori più sani dei nuovi mercati; da segnalare però l’invocazione ad una profonda e complessiva revisione “di assetti, istituzioni, realtà economiche e comportamenti diffusi che sono ormai di ostacolo ostruttivo ad una sana gestione dei mezzi finanziari disponibili e ad una ripresa su nuove basi della nostra crescita economica, sociale e civile”. Infine un avvertimento da parte dell’Ocse, l’organizzazione mondiale per la cooperazione e lo sviluppo: se l’Eurozona non rafforzerà la capitalizzazione delle banche, non salverà la Grecia e intensificherà i piani di crescita e sviluppo dei mercati, rischia di entrare nel 2012 in una nuova crisi del debito, le cui dimensioni e conseguenze non hanno bisogno certo di essere ipotizzate da maghi e indovini.