Attualità

Crisi debito Usa 2011: cosa fanno le grandi aziende

Questi giorni gli Stati Uniti d’America hanno ricevuto l’ok dalla Camera per far aumentare il tetto del debito statale di 2.100 – 2.400 miliardi di dollari. Si è trattato di un voto utile ad avviare un percorso decennale di uscita dalla crisi economica e di consolidamento dei conti del Paese. In programma ci sono anche sconti fiscali nell’economia, tagli in alcuni settori e interventi mirati alla ricerca e lo sviluppo dei reparti più forti.

In questo post, vorrei però condividere con voi un interessante articolo che ho letto sull’ultima edizione de L’Espresso, articoli di approfondimento sui colossi americani, che in questo periodo di crisi e di lavoro sul debito statale, potrebbero dare una grossa mano al proprio Paese. Come? “”C’è un milione di miliardi di dollari”, si legge nell’articolo, che fa riferimento ad una ricerca pubblicata a sua volta sul Wall Steet Journal, “che le società americane hanno guadagnato nelle loro operazioni all’estero e che potrebbe essere riportato negli Stati Uniti.

Quel denaro, una volta rientrato, potrebbe essere investito per creare posti di lavoro nel Paese, per rinforzare il patrimonio delle aziende, per la ricerca e lo sviluppo, e in altro ancora. Per le società americane far ritornare a casa questi guadagni significa incorrere in una significativa sanzione: ovvero, pagare una tassa del 35 per cento. Questo vuol dire che le società americane possono, senza tante conseguenze, utilizzare i loro guadagni esteri per investire in qualsiasi Paese del mondo, eccetto che negli Stati Uniti”. Aziende “ferme” in casa, ma molto attive “fuori casa”, il ché, più che all’immagine del cane che si morda la coda, mi fa pensare a quella del cane che si morde la zampa. Non potendo più camminare. La vostra opinione qual è?