I Btp rendono più delle imprese in Italia
In questi giorni apprendiamo da più fonti, infatti un po’ tutte le pagine economiche in realtà riportano quanto segue, che fare impresa nel nostro paese non conviene più e che al momento, in realtà sarebbe meglio investire in un Btp, cioè Buono del Tesoro Poliennale, visto che questi rimane sempre più sicuro e offre un rendimento garantito.
Un altro modello economico reso vincente, alla faccia di Mameli e dei suoi fratelli, sarebbe quello di spostare il baricentro delle proprio attività imprenditoriali oltre i tanto amati confini nazionali, vedi ad esempio quanto fatto dalla Fabbrica Italiana Automobili Torino conosciuta meglio come Fiat docet, dove resterebbero ancora sono spazi per far profitti, alla faccia dell’amor proprio e della tanta sbandierata eccellenza del Made in Italy.
Stando all’indagine effettuata da Mediobanca infatti non ne escono bene le oltre duemila aziende industriali d’Italia e il quadro del capitalismo nostrano che ne esce fuori è desolante quanto sconfortante. L’indagine riporta che il fatturato nostrano non ha ancora del tutto recuperato il divario col 2008 (-1,1%), ma non solo, infatti nel recente arco di tempo compreso tra il 2010 e il 2011 l’industria tricolore ha subìto un colpo da ko sotto forma di una caduta verticale dei profitti netti (-65,1%), a causa dei pesanti oneri non ricorrenti.
Tutto ciò ci riporta alla mente quando dichiarati da Sergio Marchionne, che recentemente ha voluto affermare che “in Italia abbiamo uno stabilimento di troppo” aggiungendo che “occorre indirizzare in America la capacità produttiva”.
Lo scoramento è grande e il momento è difficile in un paese come il nostro nel G8 ma ad alto tasso d’immigrazione, dove l’azienda che rende di più, in qualche modo, rimane sempre lo stato e allora ben venga alla fine della fiera l’investimento in Btp.