Secessione Italia, la ripresa economica 2012 è un miraggio
Ora come ora, in Italia, di roseo c’è ben poco. Oltre alla crisi economica infatti ecco spuntare una vera e propria crisi morale ed etica, dove l’Unità nazionale è qualcosa di lontano nel tempo e nello spazio. Mentre le borse continuano a chiudere in rosso, Bossi circa tre giorni fa ha scaldato la giornata veneziana gridando alla secessione della Padania, dichiarando che quest’ultima non può più sopportare il peso economico dell’intera Italia e questa sempre crescente mancanza di democrazia.
Queste dichiarazioni, nate dopo l’apertura del governo all’Udc di Casini, per l’ampliamento e la rinforzatura della maggioranza, hanno fatto scalpore, ma soprattutto hanno riempito ancor di più l’agenda del Premier Berlusconi. Infatti, oggi, in mattina, il presidente del consiglio ha incontrato il capo della lega per chiarire queste dichiarazioni che sono arrivate belle che impacchettate fino in Quirinale, trovando un contrasto netto da parte di Napolitano.
Dal colloquio di questi giorni fra i due leader non si hanno certezze, visto la mancata voglia da parte di entrambe le parti di rilasciare dichiarazioni, ma bene o male si può intuire di cosa si è parlato per circa un ora e mezza. Oltre a sedare queste voglie di distaccamento, che non troveranno mai una vera e propria via d’uscita, infatti si è parlato, molto probabilmente, anche delle possibili novità da inserire nella manovra, o provvedimento per la crescita, proposta dal Ministro dell’Economia Giulio Tremonti.
La giornata di Berlusconi, però non è terminata qui. In serata, dovrebbe, a meno di grandi sorprese, incontrare il capo dello stato alle ore diciannove. Sul colle troverà quindi un Napolitano inquieto, voglioso di risposte e rassicurazioni, non solo sulle frasi rilasciate a Venezia dal Senatour, ma anche su cosa intende fare il governo per rilanciare la crescita e lo sviluppo della nazione. Intanto ieri, il Presidente della Repubblica, ha sondato la maggioranza e capire la sua forza e la sua capacità nel contrastare e affrontare la crisi economica , incontrando i due capigruppo del Pdl, Fabrizio Cicchitto e Maurizio Gasparri, oltre che il ministro leghista Roberto Maroni.
Ovviamente, in questo gran trambusto, non potevano mancare dichiarazione da sinistra. Il deputato Di Pietro, infatti ha infiammato sempre di più una situazione che di fuoco ne sta già vedendo tanto. Egli ha rilanciato la richiesta al Premier di dimettersi non solo per salvare la sua faccia, ma soprattutto perché da Agosto ad oggi si sta preparando una vera e propria rivolta sociale pronta a scoppiare da un momento all’altro. È intervenuto all’unisono su questo argomento, anche tutto il PD, chiedendo, con le buone, a Berlusconi di dimettersi in giornata, per salvare in primis la faccia del paese.
L’ingorgo di problemi per il primo ministro italiano, dunque si fa sempre più ingarbugliato, partendo dal voto segreto sull’arresto di Marco Milanese, passando per i guai giudiziari e una maggioranza traballante, per arrivare declassamento del debito pubblico italiano. Di lavoro ne ha tanto, forse anche troppo per una singola persona. Non sarà arrivato il suo momento? Solo il tempo ci potrà dare una risposta.