Vocabolario Economia: cos’è lo Spread?
Da quando è iniziata la crisi economica e l’instabilità dei mercati finanziari si guarda con attenzione e preoccupazione allo spread. Se ne parla in continuazione e ovunque: dai giornali ai tg, dai siti alle riviste di settore. Economisti e politici sono continuamente interpellati per commentarlo. Insomma non si fa altro che parlare di spread.
Ma in molti si pongono la stessa domanda: cos’è lo spread? Se rientrate in quella categoria di persone, state tranquilli che siete in buona compagnia, che ancora non hanno capito se bisogna preoccuparsi quando lo spread sale o quando invece scende, ecco qualche indicazione per avere le idee più chiare. Visto che di spread ne abbiamo sentito parlare tanto e ne parleremo tanto anche per il 2012.
Lo spread, che si pronuncia: sprèd indica una differenza percentuale, ad esempio fra rendimenti. In altre parole è il ricarico che ogni banca decide di aggiungere al tasso di base quale proprio ricavo. Il commerciante, ovvero la banca, compra il prodotto (quasi sempre denaro) ad un determinato prezzo, chiamato tasso di scambio interbancario, e lo rivende alla sua clientela ricaricato di un margine di guadagno. La differenza fra a quanto è stato comprato il denaro e quanto è stato rivenduto è lo spread.
Negli scambi tra banche il denaro ha una sua quotazione: ovvero è il tasso rilevato giornalmente, a cui la banca può comprare valuta, o anche venderla se ne dispone in eccesso.
In questi termini è molto più semplice. Per chiarire ulteriormente le idee sul celebre spread bisogna sapere che quello cui si è fatto riferimento in quest’ultimo periodo è quello fra il rendimento dei Bund tedeschi e dei Btp (buoni del tesoro poliennali) italiani, di durata decennale.
I Bund e Btp sono obbligazioni governative: in altre parole sono i titoli grazie ai quali gli stati incassano subito dei soldi.
Alla stabilità economica di uno stato è legato il guadagno nell’acquisto di obbligazioni: più uno stato è affidabile e minore è l’interesse pagato a chi compra le sue obbligazioni. E cosa c’entra lo spread fra Bound e Btp? Se i titoli tedeschi hanno per esempio un rendimento annuo del 2%, mentre quelli italiani del 7% ci sarà un rendimento del 5%. In altre parole uno uno spread, di 500 punti. In termini pratici significa che se oggi compro diecimila euro di Bund, il mio capitale fra un anno sarà di 10.200 euro, se invece compro diecimila euro di Btp italiani, fra un anno il mio capitale sarà di 10.700 euro. Lo spread di 500 euro è dovuto al fatto che lo stato italiano è considerato meno affidabile di quello tedesco e quindi c’è una maggiore probabilità che non sia in grado di restituire il denaro dei Btp con i dovuti interessi.
Comprare Bund porta ad rendimento molto basso, ma con la certezza di riavere i soldi investi più gli interessi, mentre investire in Btp italiani significa puntare a un rendimento più elevato confidando che l’Italia non fallirà. Il rovescio della medaglia? Più lo spread aumenta, maggiori sono gli interessi lo stato dovrà pagare, apparendo meno affidabile sui mercati.