Finanziamenti

Bank of America dichiara guerra a Wikileaks

Wikileaks è il sito al vetriolo del trentanovenne hacker australiano Julian Assange e, oltre ad essere molto di moda ultimamente, sta dando del filo da torcere all’amministrazione americana e a quelle di molti paesi europei. Tra i molti luoghi comuni e le banalità pubblicate, si trovano infatti molti degli “altarini” così imbarazzanti per le grandi nazioni, che, per l’appunto, provano ogni giorno di più a soffocare il fenomeno sul nascere, ma anche per istituzioni finanziarie come Bank of America.

Infatti, sembrerebbe che Assange non voglia più prendersela solo con governi e forze armate, ma colpire anche il mondo della delle banche: lo si intende dai messaggi apparsi sul Twitter di Wikileaks, su cui l’hacker – o chi scrive per lui – ha annunciato la prossima denuncia di una grande banca americana, rea di “pratiche immorali” nella propria gestione.

Anche se non sono ancora stati fatti nomi, il riferimento a Bank of America è palese, tanto che i suoi vertici, non solo non hanno fatto nulla per smentire le voci, ma anzi, ha iniziato una vera propria guerra contro il sito australiano, bloccando tutto le transazioni verso Wikileaks. Assange, da parte sua, ha invitato i suoi a combattere, mettendo i proprio fondi “in un posto più sicuro” e ipotizzando che la banca faccia affari con il governo, cercando di tagliarlo fuori dai finanziamenti che gli occorrono per pagare gli avvocati e rendendo così più vicina la sua estradizione. Secondo alcune indiscrezioni, un intero hard disk di un dipendente di BoA è nelle mani di Wikileaks, pronto per essere reso pubblico.