Finanziamenti

USA: nel weekend falliscono 6 banche, 157 il totale del 2010

+6: e nonostante il segno positivo davanti, non si tratta affatto di un dato piacevole, ma, anzi, molto preoccupante. Il numero delle banche che sono state dichiarate fallite dai regolatori americani questo weekend; tre istituti stanziati in Georgia – di cui il più importante era il Chestatee State Bank di Dawsonville -, e altri tre gruppi, uno in Arkansas, uno in Florida, ed un ultimo nel Minnesota. 1,23 miliardi di Dollari è la cifra totale a cui ammontano gli asset che erano di proprietà delle banche liquidate.

E se già questo dato può apparire mostruoso, siamo in grado già di dare una conta degli istituti di credito che sono falliti nell’anno 2010: ben 157. Se negli anni dal 2000 al 2007 vi erano stati solo 27 tracolli, nonostante il panico finanziario che aveva seguito l’11 settembre, col 2008 e lo scoppio della crisi, ne erano fallite ben 25 in soli sei mesi. Col 2009 si pensava di aver raggiunto il picco e si erano contati 140 fallimenti e invece, a dimostrazione del fatto che la cosa quasi non fa più notizia, si scopre un incidenza di diciassette unità maggiore per l’anno che si sta concludendo.

Le banche sono cadute proprio come le tessere di un mosaico, vittime di una reazione a catena. Per la precisione sono cadute quelle banche che non erano abbastanza gradi per poter sopravvivere, spesso affidandosi prima per un certo periodo al Fdic, il Fondo di Garanzia dei Depositi. A volte venendo inglobate da una delle 10 “to big to fail“, le banche il cui ruolo sta così a cuore al governo da non potersi permettere di farle sparire. Ora però anche il fondo stesso si ritrova in crisi (opera in rosso già da diversi mesi) ed il rischio è che, finita la dotazione extra, prima o poi i contribuenti americani dovranno accollarsi tutte le perdite.